lunedì 27 gennaio 2014

L'amore a pagamento, un seminario per parlarne

Chi sono veramente?
"Sono uomini che considerano il rapporto con la prostituta come 'complementare' a una relazione stabile, spiega Mirta Da Pra Pocchiesa, giornalista e responsabile del Progetto Prostituzione e tratta delle persone del Gruppo Abele.
Sono uomini che nel rapporto con la prostituta vedono l'unico rapporto possibile per loro, in quanto ritengono di avere difficoltà relazionali e affettive con le donne 'normali'.
Poi c'è una piccola categoria di appartenenti ai gruppi dei clienti "particolari": con disabilità, con difficoltà sessuali, sadomasochisti, violenti, maniaci, o che preferiscono persone transessuali. Ci sono poi i clienti che si innamorano delle prostitute e le sposano, i cosiddetti clienti "salvatori". E non mancano i clienti "vittime" che si fanno manipolare, i clienti "padroni", i clienti "dell'estremo" alla ricerca della diversità a tutti i costi per non annoiarsi, i clienti "compulsivi" dipendenti dal sesso e perfino i clienti "punitivi": generalmente in gruppo e sotto l'effetto di sostanze vogliono punire le prostitute per il giudizio moralistico che hanno su di loro.

Sono uomini di tutte le professioni, ma in prima fila ci sono militari, marinai, pescatori, camionisti, lavoratori immigrati, uomini d'affari. Italiani, eterosessuali, con buona istruzione, adulti. In questi ultimi anni aumentano gli anziani, grazie al Viagra. La metà sono sposati. Uomini normali. Le motivazioni sono le più disparate e la lista dei "perché" è lunghissima. Ben 24 punti: si va con le prostitute per esprimere al massimo la propria potenza di fronte ad un "oggetto sessuale degradato", per bisogno fisiologico, per cercare conferme alla propria virilità, perché si ha paura del giudizio della donna, per trasgressione, per solitudine psicologica, per trovare modelli "vecchi" e "certi" di donne, per una sorta di rivalsa perché detestano le donne, per sperimentare nuove esperienze, perché altrimenti nessuna donna andrebbe con loro, perché con le prostituite non bisogna impegnarsi.
Un esercito invisibile - la maggior parte si vergogna - che conta in Italia almeno 2 milioni e mezzo di clienti, che cercano sesso a pagamento in strada, in luoghi chiusi o su internet. Il dato drammatico è che aumenta (dal 5 al 12% a seconda dei territori) la ricerca di rapporti con minorenni e soprattutto il turismo sessuale, che le organizzazioni cominciano a chiamare "turismo cattivo". Gli italiani hanno il vergognoso primato di essere i primi turisti sessuali in Kenya.

Sessualità e potere. "Oggi c'è una connessione sempre più forte tra sessualità e potere - commenta la giornalista -, e negli ultimi anni, anche tra sessualità, denaro e politica.
È condizionata da internet, dalla pornografia e dalla mobilità, ma è anche una questione di genere e di rapporti tra i generi". Secondo le ricerche "c'è una costruzione sociale negativa nei confronti delle prostitute e una positiva nei confronti del cliente, anche perché chi legifera è quasi sempre maschio.
La legge, in Italia, tutela e protegge il cliente (anche ignorandolo) da sempre. Negando la reciprocità si nega la comune responsabilità".


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